Il
9 agosto 1999 viene diagnosticata a
Giovanna una gravissima forma di tumore. Durante un incontro dice ad un gruppo di giovani:
"Questa malattia è stata per la mia vita come una ventata d'aria fresca: impetuosa e improvvisa. Ha spazzato via tutto quello che doveva cadere e ha lasciato in piedi ciò che è vero: ho solo Gesù."
Chi le vive accanto intuisce che anche le sofferenze più grandi diventano per Giovanna l'occasione per ripetere ogni giorno il suo sì allo
Sposo teneramente e tenacemente amato.
Accoglie il dolore fisico come l'abbraccio particolare di
Gesù; ringrazia per il dono del "tu-more che diventa sempre più A-more"; prega per i medici, per gli altri ammalati che incontra nel reparto di oncologia, per i sacerdoti, per i giovani, per i peccatori, per tutti; regala a ciascuno quel sorriso luminoso che la contraddistingue e con cui riesce a rasserenare chi si preoccupa per lei.
Negli ultimi tempi invita a sospendere le preghiere con cui si chiede la sua guarigione perché il desiderio di incontrare
Gesù è più forte di qualsiasi altro legame.
Il
23 luglio 2003 Giovanna conclude la sua giornata terrena, realizzando le sue stesse parole:
"Vale la pena dare la vita per la meraviglia che è la nostra vocazione".