Per me non è difficile il ricordo, perché ci sono delle situazioni che rimangono. Tutti i giorni sei a contatto con delle situazioni particolari che per certi aspetti ti possono colpire: dal bambino, al neonato, dal paziente giovane al paziente anziano, a un paziente che comincia un cammino che può portare a qualcosa di positivo, o un cammino che poi porta ad un esito infausto. Ognuno di questi pazienti ti lascia qualcosa e quindi anche nel caso di Giovanna io ho un ricordo. Gli ultimi giorni..., le ultime frasi. Ricordo questa frase che diceva a voi:
"mi sto preparando per incontrare Dio".
Era lei che faceva coraggio a voi che le stavate vicino. La ricordo sempre sorridente in qualsiasi situazione. Il dolore, la tensione addominale, la sonda che dovevamo metterle, qualsiasi cosa: lei era perfettamente consapevole di quello che stava vivendo e a cui andava incontro. Aveva questa gioia perché sapeva che c'era qualcosa che la stava aspettando di molto più grande rispetto a quello che lei aveva vissuto fino a quel momento.
Mi ricordo di un giorno in cui lei effettivamente era veramente dolorante. Aveva chiesto a qualcuna di voi che era lì ad assisterla: "preghiamo insieme?" Chi era lì era felice di sentirla dire: "Sto andando ad incontrare quello che per tutta la vita ho aspettato". Questa per me era stata la cosa che mi aveva effettivamente colpito. Indipendentemente da chi ascolta questa frase che sia credente o no, ti lascia comunque dentro qualcosa. Sono poche le persone che incontri e che ti dicono questa cosa, che hanno accettato la propria situazione e sono contente, sanno di dover morire, ma sono contente, perché sono certi che dopo la vita c'è qualcosa di molto più grande.
Poi mi ricordo benissimo questa frase:
"io mi sto preparando a questo incontro che ho aspettato e va al di là, è molto più grande di quello che sto vivendo adesso".
Lei sapeva, dentro di sé che doveva morire, ma era felice, era contenta di arrivarci finalmente ed è difficile pensare che uno sia contento di morire.
C'erano sempre molte persone che andavano da lei, ricordo il contorno che lei aveva, cioè questa rete di persone che effettivamente tutto il giorno si fermavano con lei: un'assistenza assidua, continua.
Un giorno mi aveva detto una cosa,
"io sono come una sposa che si sta preparando per andare ad incontrare il suo sposo".
E mi diceva:
"tutti preparano l'abito, la cerimonia, per me èla stessa cosa, mi sto preparando per lo sposo".
Quello che ti lascia Giovanna è l'immagine di una persona che serenamente parla della morte.