Ci sono stati sacerdoti che hanno chiesto la presenza di due di noi all’interno della loro comunità parrocchiale, per animarne le varie attività. Abbiamo tentato di rispondere a questa richiesta e per anni siamo stati presenti nella
comunità parrocchiale di Lagrimone (Pr). Ci è sembrato poi di capire che la nostra vocazione non consista nel dare questo tipo di risposta ai bisogni della Chiesa: non sarà la diffusione dei membri della PCA in varie parrocchie a suscitare nei sacerdoti il
desiderio di generare una famiglia. Della nostra esperienza non ci sembra che sia esportabile la pianta, il frutto,
ma il seme.
Questo ci sembra vero anche alla luce di recenti riflessioni che ci hanno permesso di mettere a fuoco la grande differenza che esiste fra
collaboratori e
figli. Ci si avvale volentieri della collaborazione di quei fedeli ai quali, a seconda dei loro talenti, si affidano le varie attività della parrocchia; altro è prendersi a cuore la formazione di un piccolo gruppo di persone che si sente chiamato da Gesù a dar vita con il sacerdote a legami spirituali più forti e più teneri di quelli di sangue. Soprattutto i giovani avvertono, all’interno delle comunità parrocchiali, quella che potremmo definire scherzosamente “la caccia al collaboratore”: i più generosi rispondono per un po’ di tempo, poi si stancano… e se ne vanno. La nostra è stata un’esperienza diversa: non ci siamo sentiti chiedere: “
In che settore potresti impegnarti?”, ma: “
Vuoi amare Gesù con me?”. Affascinati dall’amore di Gesù e dal suo comandamento “
Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (
Gv. 13, 34), sperimentiamo, anche tra le varie difficoltà che non ci sono mai mancate, una grande gioia. Per questo siamo rimasti.